Negli ultimi cinque anni la chirurgia del mento (mentoplastica o genioplastica) ha vissuto una trasformazione che va oltre la semplice scelta tra impianto e scivolamento osseo: l’integrazione di pianificazione 3D, impianti patient-specific, tecniche minimamente invasive e il ruolo sempre più centrale dei filler hanno ridefinito indicazioni, sicurezza e aspettative estetiche.
Tecnologia e precisione: pianificazione virtuale e impianti su misura
La disponibilità di TAC cone-beam e software di pianificazione virtuale ha reso possibile una simulazione tridimensionale accurata dell’osteotomia e del riposizionamento genioplastico, con possibilità di produrre guide chirurgiche e placche pre-modellate o impianti su misura in PEEK/MedPor. Studi e recensioni recenti mostrano che la chirurgia assistita da pianificazione 3D migliora la ripetibilità e la precisione tridimensionale dell’esito, riducendo discrepanze tra piano pre-operatorio e risultato reale. Queste tecnologie sono particolarmente utili nei casi combinati (ortognatica + genioplastica) e nelle revisioni post-traumatiche o post-oncologiche.
Materiali protesici: vantaggi e limiti degli alloplastici
La scelta del materiale protesico rimane cruciale: silicone, polietilene poroso (MedPor) e PEEK sono i materiali più studiati. Recensioni sistematiche indicano che i materiali porosi favoriscono l’integrazione tissutale ma possono complicare eventuali rimozioni; il PEEK offre stabilità e possibilità di produzione patient-specific ma ha costi maggiori. I profili di complicazione — infezione, migrazione, visibilità/contour insoddisfacente — variano con il materiale e con la qualità della pianificazione e dell’innesto. La decisione deve bilanciare obiettivi estetici, facilità di revisione e aspettative del paziente.
Tecniche osteotomiche e sicurezza neurologica
La sliding genioplasty rimane l’opzione gold-standard quando è necessario spostare l’osso, correggere asimmetrie o agire su più piani. Tuttavia, il rischio di lesione del nervo mentale è una delle principali preoccupazioni. Studi anatomici e revisioni sistematiche recenti sottolineano l’importanza di approcci che rispettino la linea di emergenza del nervo e l’utilizzo di guide/pianificazione preoperatoria per minimizzare neuropatie sensoriali e parestesie. I tassi di complicanza maggiore riportati nella letteratura variano, ma le serie multicentriche e le revisioni sistematiche forniscono oggi dati più solidi per informare il consenso.
Minimale invasività e opzioni non chirurgiche
Il ricorso a filler riassorbibili (acido ialuronico, idrossiapatite di calcio) per l’aumento del mento è aumentato come alternativa temporanea o prova-estetica prima dell’impianto definitivo. Trial e revisioni indicano alta soddisfazione a breve termine e profili di sicurezza accettabili se iniettati da operatori esperti, ma le complicanze ischemiche, sebbene rare, sono descritte e richiedono competenze nell’uso di agenti dissolventi (es. ialuronidasi) e protocolli di gestione. La scelta tra filler e chirurgia dipende da durata desiderata, analisi scheletrica e aspettative del paziente.
Valutazione degli outcome: estetica, funzione e qualità della vita
Le pubblicazioni recenti stanno anche standardizzando metriche di outcome: oltre ai rilievi radiologici (spostamento millimetrico, simmetria), si impiegano scale patient-reported (FACE-Q, GAIS) per catturare soddisfazione, percezione del volto e impatto psicologico. Una revisione sistematica del 2025 ha sintetizzato oltre 100 studi, mostrando miglioramenti estetici e alta soddisfazione nei casi selezionati, ma evidenziando eterogeneità metodologica: necessità di follow-up più lunghi e standard condivisi rimane prioritaria.
Complicanze e gestione delle aspettative
Complicanze infettive, ematomi, insoddisfazione per il profilo e neuropatie sono ancora possibili; la scelta del paziente ideale (valutazione scheletrica, qualità dei tessuti molli, aspettative realistiche) e un percorso informato che includa alternative non chirurgiche riducono il rischio di esiti sfavorevoli. La letteratura suggerisce che l’uso combinato di pianificazione digitale, tecniche assistite (guide, PSIs) e operatori esperti diminuisce tassi di reintervento.
personalizzazione come parola d’ordine
La “novità” nella mento-plastica non è un singolo dispositivo o procedura, ma la convergenza di personalizzazione digitale, materiali avanzati e opzioni terapeutiche multiple (chirurgiche e non). Il risultato ideale nasce dall’integrazione tra conoscenze anatomiche, tecnologia e una scelta condivisa con il paziente.
Per il futuro prossimo, studi prospettici controllati, registri multicentrici e linee guida che codifichino indicazioni e outcome saranno essenziali per trasformare queste innovazioni in pratica clinica standardizzata e sicura.
La mento-plastica del futuro è sempre meno standard e sempre più personalizzata, predittiva e sicura.
Che si tratti di una genioplastica con osteotomia, di un impianto custom in PEEK o di un filler temporaneo, la chiave del successo sta nella pianificazione digitale, nella scelta accurata del paziente e nella collaborazione multidisciplinare tra chirurgo maxillo-facciale, ortodontista e medico estetico.
In un’epoca in cui la bellezza si misura anche in termini di equilibrio e autenticità, il mento non è più un dettaglio: è il punto d’incontro tra tecnologia, precisione e identità.
Il dr. Luca Guarda Nardini si occupa di chirurgia maxillo facciale per la risoluzione di problematiche complesse come i trattamenti delle disfunzioni dell’articolazione mandibolare.
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