Trisma mandibolare da dente del giudizio
Il trisma mandibolare è una condizione caratterizzata da una limitazione dolorosa dell’apertura della bocca, comunemente nota come “blocco mandibolare”. Quando questa condizione si manifesta in concomitanza con un processo infiammatorio o infettivo del dente del giudizio (terzo molare), può rappresentare un segnale clinico di complicanze odontogene importanti. Comprendere le cause, riconoscere i sintomi e intervenire tempestivamente è essenziale per evitare conseguenze più gravi, come la diffusione dell’infezione ai tessuti profondi del volto e del collo.
Eziopatogenesi: studio delle cause della patologia e del loro meccanismo di sviluppo
Il trisma mandibolare associato al dente del giudizio è frequentemente di origine infiammatoria o infettiva. Le principali cause comprendono:
Pericoronite acuta: è la causa più comune. Si tratta dell’infiammazione del tessuto gengivale che ricopre parzialmente un dente del giudizio in fase di eruzione. I batteri anaerobi proliferano nello spazio tra la gengiva e la corona del dente, generando infezione locale e contrattura riflessa dei muscoli masticatori, soprattutto del massetere e del pterigoideo mediale.
Infezione odontogena profonda: l’infiammazione può estendersi ai fasci muscolari e agli spazi fasciali (pterigomandibolare, sottomandibolare o parafaringeo), causando una limitazione meccanica dei movimenti mandibolari.
Trauma estrattivo: dopo l’estrazione di un dente del giudizio incluso o semi-incluso, può insorgere un trisma post-operatorio dovuto a edema, ematoma o infiammazione del muscolo pterigoideo mediale.
Anestesia locale intramuscolare: l’iniezione accidentale dell’anestetico all’interno di un muscolo masticatorio può indurre una contrattura o un’infiammazione secondaria.

Quadro clinico del Trisma mandibolare da dente del giudizio
Il sintomo cardine è la ridotta apertura della bocca (inferiore a 35–40 mm tra gli incisivi), spesso accompagnata da:
Dolore intenso alla mandibola o alla regione perimandibolare, accentuato durante la masticazione o la parola.
Tumefazione dei tessuti molli del viso o dell’angolo mandibolare.
Difficoltà alla deglutizione (disfagia) o alla fonazione.
Segni di infezione: febbre, malessere generale, linfadenopatia sottomandibolare o cervicale.
Nel caso di trisma da pericoronite, il paziente riferisce spesso dolore localizzato al dente del giudizio inferiore, con possibile irradiazione all’orecchio o alla regione temporale.
Diagnosi del Trisma mandibolare causato dal dente del giudizio
La diagnosi si basa su un’attenta valutazione clinica e anamnestica, integrata da indagini strumentali.
Esame obiettivo orale e extraorale: valutazione dell’ampiezza di apertura (in mm), presenza di tumefazioni, arrossamento, secrezioni purulente o dolore localizzato.
Esame radiografico:
Ortopantomografia (OPT) per valutare la posizione e l’angolazione del dente del giudizio.
TC Cone Beam (CBCT) per un’analisi tridimensionale in caso di sospetta diffusione dell’infezione agli spazi profondi.
Esami ematochimici: leucocitosi e aumento della proteina C-reattiva (PCR) suggeriscono un’infezione acuta.
È fondamentale differenziare il trisma odontogeno da altre cause, come il trisma di origine neurologica, traumatica o iatrogena.
Trattamento del Trisma mandibolare dal dente del giudizio
L’approccio terapeutico deve essere progressivo e causale, con l’obiettivo di controllare l’infiammazione, alleviare il dolore e ripristinare la normale funzionalità mandibolare.
1. Terapia medica
Antibiotici: nei casi infettivi, la terapia empirica di prima scelta include penicilline ad ampio spettro (es. amoxicillina + acido clavulanico) o, in caso di allergia, clindamicina o azitromicina.
Antinfiammatori e analgesici: FANS (ibuprofene, ketoprofene) o, nei casi gravi, corticosteroidi a breve termine per ridurre edema e dolore.
Miorilassanti: utili per contrastare la contrattura dei muscoli masticatori.
2. Trattamento locale
Irrigazione e disinfezione della tasca pericoronale con soluzioni antisettiche (clorexidina 0,12–0,2%).
Applicazioni di calore umido e fisioterapia mandibolare (movimenti di apertura assistita e stretching progressivo) per prevenire la fibrosi muscolare.
3. Terapia chirurgica
Quando il trisma è correlato a un dente del giudizio incluso o malposizionato, la risoluzione definitiva si ottiene con l’estrazione del terzo molare, preferibilmente dopo la remissione dell’infiammazione acuta. In caso di ascessi profondi, può essere necessario un drenaggio chirurgico.

Il trisma mandibolare ha in genere una prognosi favorevole se trattato precocemente. Tuttavia, il ritardo diagnostico può comportare complicanze come ascessi profondi, cellulite sottomandibolare o, nei casi estremi, angina di Ludwig, una grave infezione dei tessuti del pavimento orale.
La prevenzione passa attraverso:
una corretta igiene orale,
visite odontoiatriche periodiche,
e l’estrazione profilattica dei denti del giudizio inclusi o parzialmente erotti quando presentano potenziale rischio infettivo
Trisma mandibolare da dente del giudizio
Il trisma mandibolare associato al dente del giudizio rappresenta un campanello d’allarme di un’infiammazione odontogena potenzialmente seria. Un’accurata diagnosi clinica, supportata da indagini radiologiche, consente di impostare una terapia efficace, prevenendo complicazioni. La collaborazione tra odontoiatra, chirurgo maxillo-facciale e medico di base è essenziale per garantire un approccio multidisciplinare e un recupero funzionale completo.
Il dr. Luca Guarda Nardini si occupa di chirurgia maxillo facciale per la risoluzione di problematiche complesse come i trattamenti del trisma mandibolare e la chirurgia orale.
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